Masserizie Mie

1/2 Novembre 2018 | Edizioni Precarie + Mercato dell’Albergheria

Il mercato è una casa in cui confluiscono frammenti di storie e si ritrovano sui banchi dei venditori abusivi dell’Albergheria, che vede ogni giorno uno scenario diverso nello spazio dello stesso venditore. L’attraversamento del mercato diventa quindi esperienza sempre nuova e noi viaggiatori urbani vogliamo provare a rappresentare questo mondo in costante cambiamento.

Nel laboratorio utilizzeremo come strumento di narrazione il diorama*, creando un piccolo scenario in scatola che cristallizza il momento, un souvenir** dal mercato in cui si specchino i ricordi che ci portiamo dietro, un memorabilia*** del signor venditore che fa da regista / artista di mondi confusi, casuali e sempre nuovi. Non sappiamo da dove proviene ogni singolo oggetto ma sappiamo che tutti insieme per un giorno si sono trovati su quel banco, scelti e sistemati dal venditore a cui appartengono, in una convivenza temporanea.

La proposta è di lavorare sui temi della collezione e del ricordo, sperimentando modi per raccontargli e dargli forma. Realizzeremo dei diorama in scatola, passando dalla bidimensionalità della carta al racconto tridimensionale, usando tecniche e linguaggi misti (foto-collage, disegno, modellazione tridimensionale, …).

Cosa ti porti dietro e come lo esponi? Cosa vuoi vendere o scambiare di te? Trattabile?

Parole chiave: mercato / luogo-nonluogo / realtà di 24h / alimenti+oggetti+munnizza = una collezione / venditore-regista / racconto del microcosmo del banco nel cosmo-caotico del mercato / dal singolo banco a tutta la realtà dell’Albergheria, in una scatola / kit di memorie, meraviglie e persistenze.

 

*Diorama: strumento inventato da L.J.-M. Daguerre e C.-M. Bouton nel 1822 per ottenere effetti tridimensionali nella rappresentazione di luoghi, persone e oggetti; è costituito da teloni trasparenti dipinti disposti verticalmente a diverse distanze e opportunamente illuminati da fonti di luce nascoste allo spettatore. Il termine è usato per estensione a indicare panorami, convenientemente colorati e illuminati, che, osservati con opportune lenti, diano impressioni di realtà, oppure panorami di cui siano esaltati con opportuni artifizi gli effetti prospettici. Nei musei della scienza e della tecnica, è chiamata d. anche la ricostruzione tridimensionale di paesaggi, habitat di animali, luoghi di lavoro ecc., realizzata con intenti didattici. (Dizionario Treccani)

 

**Souvenir: è una parola francese il cui significato letterale è “ricordo”, ma il termine viene usato spesso anche per indicare l’”oggetto-ricordo” di vario tipo che solitamente si acquista o si regala quando, visitando luoghi di particolare interesse turistico, si vuole conservarne la memoria e ricordare l’evento a sé o agli altri.L’uso di acquistare dei “souvenirs” è sempre esistito, ma fu nel XVIII secolo, epoca in cui i viaggi per il mondo allora conosciuto ebbero un notevole incremento, che si cominciò a sfruttare commercialmente la propensione dei viaggiatori ad acquistare piccoli oggetti, che vennero confezionati all’uopo, da portare via per ricordare un particolare luogo che avevano visitato.

Ciò accadde in particolare per i luoghi significativi della religione, come santuari, chiese famose, e da lì, per analogia, l’uso passò anche ai siti turistici molto noti.

Oggi in tutti i luoghi visitati da turisti si possono trovare bancarelle, piccoli o addirittura grandi negozi dove sono esposti souvenirs d’ogni genere, che possono essere oggetti in ceramica su cui sono dipinte immagini del luogo visitato, il cui nome è impresso sotto il paesaggio riprodotto, cartoline postali, fazzoletti di seta dipinti, scatoline in legno dipinto o inciso.

 

***Per memorabilia, dal latino memorabilis, quindi ricordare o tenere nella memoria, si intendono degli oggetti appartenenti ad un avvenimento storico, ad un fatto noto, ad un film o ad un evento sportivo che sono accaduti in un passato relativamente recente. Questi oggetti sono quasi sempre legati a personaggi importanti protagonisti prevalentemente del mondo dello spettacolo (cinematelevisionemusica e sport), della politica, dell’arte e di qualunque altro settore dove questi personaggi hanno avuto ruoli prominenti e che sono diventati famosi a livello nazionale ed internazionale grazie soprattutto ai media. Sono quindi oggetti di ogni genere. (Wikipedia)

 

A CHI È RIVOLTO: a tutti gli operatori visivi con un’attitudine alla ricerca sul territorio. Studenti, Artigiani, Artisti, Designer, Creativi, Curiosi, Collezionisti.

 

MATERIALE DA PORTARE: Taccuino e portacolori / astuccio con materiali base (matita, penna, gomma, forbici, cutter) e telefono per fare foto.

 

BIO INSEGNANTE: Studio Fludd è un collettivo multidisciplinare nato a Venezia nel 2008, formato da Caterina Gabelli, Matteo Baratto e Sara Maragotto. Il gruppo è attivo negli ambiti dell’art direction e delle arti grafiche, dello styling ed exhibition design, accomunati e connessi da un interesse per la ricerca e l’educazione visiva. Lo studio prende il nome dall’alchimista inglese Robert Fludd, da cui assume la metafora della trasformazione della materia vile attraverso il processo empirico. I progetti e i workshop di Studio Fludd sono stati ospitati in contesti quali: Somerset House, MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Gallerie dell’Accademia di Venezia, Fondazione Querini Stampalia, MaXXI, La Triennale, CAMERA Centro Italiano per la fotografia, Palazzo dei Diamanti, Bologna Children’s Book Fair.

www.studiofludd.com

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Sabato 10:30/13:30 pausa pranzo 15:00/18:00
Domenica 10:30/13:30 pausa pranzo 15:00/17:00

 

PREZZO: 130 euro a partecipante

NUMERO MAX partecipanti: 14

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8 ore
Sabato 10:30/13:30 pausa pranzo 15:00/18:00
Domenica 10:30/12:30 affissione collettiva

 

PREZZ0: 70 euro

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Sabato 10:30/13:30 pausa pranzo 15:00/18:00
Domenica 10:30/13:30 pausa pranzo 15:00/18:00

 

PREZZ0: 80 euro

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8 ore
Sabato 10:30/13:30 pausa pranzo 15:00/18:00
Domenica 10:30/12:30 affissione collettiva

 

PREZZ0: 70 euro

NUMERO MAX partecipanti: 14